Apparsa per la prima volta nel 2008 con la moneta virtuale bitcoin creata da Satoshi Nakamoto, la tecnologia della blockchain oggi è sempre più utilizzata in contesti e ambiti slegati da quella moneta.
Ma vediamo prima cosa si intende per “blockchain”.
Cos’è la Blockchain
Quando si parla di blockchain si fa riferimento a una struttura dati condivisa, non centralizzata, bensì distribuita, gestita da una rete di nodi e le cui informazioni sono raggruppate in blocchi. In parole semplici, una Blockchain può essere paragonata a un registro digitale dove i nodi, ossia i partecipanti, possiedono ognuno una copia privata.
Questo sistema garantisce sia la coerenza dei dati, poiché l’aggiunta di un nuovo blocco e quindi di ulteriori informazioni è regolata da un protocollo condiviso, sia l’anonimato degli attori coinvolti poiché la fiducia e l’identità tra i vari nodi non è richiesta.
Come viene utilizzata la Blockchain
La caratteristica decentralizzata della blockchain, unita alla sua sicurezza e trasparenza, permette numerose applicazioni in vari settori.
La si può utilizzare:
- per transazioni monetarie, di titoli, voti, azioni, obbligazioni, ecc
- such as registro, dato che assicura la tracciabilità dei prodotti
- per smart contract (contratti intelligenti), ossia applicativi automatici che verificano che le condizioni e termini di un contratto vengano rispettati, senza necessità di intervento umano.
Va da sé che gli ambiti di utilizzo della blockchain sono innumerevoli: banche, assicurazioni, sanità, industria, supply chain, mercato immobiliare. E allo stesso modo solleva molte sfide a livello economico, giuridico, di governance e persino ecologico.
La blockchain applicata al settore agroalimentare
Anche l’industria agroalimentare si sta avvalendo di questa tecnologia che, oltre alla tracciabilità dei prodotti dell’intera filiera, porta con sé un notevole risparmio economico e di tempo.
Uno studio dell’Osservatorio Smart AgriFood, che ha preso in esame i 500 maggiori casi di implementazione della Blockchain nel mondo, ha rilevato come i maggiori investitori e leader dell’adozione di questa tecnologia coincidano con quelle che sono le maggiori economie sviluppate e in via di sviluppo del pianeta. Primi su tutti, come evidenziato dalla figura, gli Stati Uniti seguiti da Giappone, Cina, Regno Unito e Corea del Sud.
In questo ambito, negli Stati Uniti sono soprattutto le catene di supermercati (come ad esempio Walmart che dal 2017 lavora con IBM per la tracciabilità) e di distribuzione ad aver scelto la blockchain.
I benefici della blockchain nel settore agroalimentare
La blockchain nel settore agroalimentare viene vista come la soluzione alla gestione degli scandali alimentari, che hanno un imponente peso economico nonché conseguenze giudiziarie e sulla fiducia dei consumatore. Non andrebbe ovviamente a cancellare questi problemi, ma quanto meno permette di dimostrare la buona fede e disposizione a rendere trasparente tutta la filiera alimentare, fino alla distribuzione al consumatore. Fornendo infatti in tempo reale tutti i dati caricati dai produttori (origine del prodotto, numero del lotto, composizione, etichetta ecc) e quelle dei trasportatori e dei retailer (temperatura di stoccaggio, geolocalizzazione ecc), la blockchain permette possibilità di controlli più veloci e sicuri.
I primi risultati delle applicazioni da parte dei giganti del settore agroalimentare sono molto incoraggianti, sopratutto quando si è trattato di rintracciare in pochissimi minuti l’origine dei prodotti in caso di prodotti contaminati o non conformi agli standard.